Lanciamo la volata a Matteo

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Di seguito vi riporto l’intervista rilasciata ieri al Messaggero Veneto, che poi è un doppio invito.

A venire al PalaIndoor di Paderno (Udine) domani sera 1 dicembre, alle 20.30 a conoscere di persona Matteo Renzi, che verrà a trovarci in un incontro con Debora Serracchiani e tutti i candidati all’Assemblea nazionale del Partito Democratico. Ingresso libero, via del Maglio (vi consiglio di lasciare l’auto in via Vat).

E poi a ricordarsi dell’importantissima data dell’8 dicembre, quando in tutti i Comuni di Italia verrà allestito un seggio del PD e si potrà scegliere, senza distinzioni o sbarramenti all’ingresso, quello che sarà il Segretario Nazionale del Partito Democratico. Qui trovate tutte tutte le informazioni utili per votare

Dunque venite a sentire Matteo e lasciatevi contagiare dal suo entusiasmo, e andate a votare alle primarie del PD. E’ l’unico modo per provare a costruire un futuro migliore.

Qui l’intervista di Cristian Rigo (Messaggero Veneto).

«È un’occasione da non perdere per cambiare il Paese – assicura il deputato Paolo Coppola, che è già stato referente provinciale della campagna pro-Renzi -; lo scorso anno purtroppo ce la siamo fatta sfuggire. E adesso ci toccano le larghe intese…».

Votare Renzi significa far cadere il Governo?

«No, significa avere finalmente un Pd aperto e non chiuso come negli ultimi anni che veda aumentare il consenso e non lo perda come negli ultimi anni. Significa rendere il partito uno strumento per vincere le elezioni e cambiare il Paese come chiedono i cittadini».

La scorsa volta Renzi fu sconfitto solo perché il voto fu limitato agli elettori?

«No. Abbiamo perso perchè non siamo stati abbastanza bravi a convincere la maggioranza delle persone che andare a votare Renzi era importante, per l’Italia e non solo per il Pd».

È un’autocritica?

«Sì, non si può dare la colpa agli altri ogni volta che si perde. Lo slogan di questa campagna, “L’Italia cambia verso”, significa anche sapersi assumere le proprie responsabilità. Uno degli errori che abbiamo commesso le scorse primarie è proprio il meccanismo che non ha permesso a tutti di votare con limitazioni strane e doppi turni inventati all’ultimo momento».

Stavolta chi può votare?

«Tutti, basta aver compiuto 16 anni. È richiesto un contributo di due euro e la carta di identità, tutto qui. La tessere elettorale serve solo per individuare il seggio (a Udine ne allestiremo 9 o dieci seggi e contiamo di metterne almeno uno per ogni comune) ma a breve sul siti www.adessofvg.it ci saranno tutte le informazioni per chi vuole votare».

Ma il partito è pronto a cambiare?

«Senza dubbio e da tempo. Perché il partito ha il volto di tutti quei volontari che si impegnano ogni giorno senza niente in cambio, come quelli che ci aiuteranno ad allestire i seggi gratuitamente e non quello dei dirigenti che in questi ultimi anni non hanno ascoltato la voglia di cambiamento della gente».

Quante persone vi aspettate alle urne?

«Lo scorso anno in Fvg furono 50 mila, quest’anno secondo i sondaggi a livello nazionale, dovrebbero essere 40 mila».

Come legge questo calo, nonostante l’apertura a tutto l’elettorato?

«Non tutti hanno capito l’importanza di questo voto e alcuni purtroppo hanno smesso di sperare, ma cambiare è possibile soltanto esercitando la sovranità popolare e quindi andando a votare».

Bisogna anche pagare due euro..

«Meglio pagare due euro o continuare a pagare tutte queste tasse con le larghe intese?»

Ma Renzi non vuole troppo cose? È sindaco di Firenze, candidato alla segreteria del Pd e poi spera di fare il presidente del Consiglio.

«Chi lo accusa di essere ambizioso o di voler usare il partito per i suoi interessi non ha capito a cosa servono i partiti. Per quanto ci riguarda devono essere uno strumento per poter esercitare la democrazia e governare il Paese nell’interesse collettivo. L’esempio di Prodi in questo senso è calzante: ha vinto le elezioni, ma il partito poi non lo ha sostenuto e così non è riuscito a governare».

E il Governo Letta?

«Ancora peggio, è vero che ha fatto qualcosa, ma quello che è stato fatto non è sufficiente. Servono riforme istituzionali, una legge elettorale e anche la riduzione dei finanziamenti ai partiti non ci soddisfa: c’è ancora molto da fare. E un Partito democratico nuovo con Renzi segretario è la prima mossa in questa direzione».

Il fatto che Renzi torni a Udine cosa significa?

«Che il Fvg e Udine sono tornati a essere politicamente rilevanti. Da Udine arrivano la Serracchiani e Maio, ma anche Martines (che sostiene Civati) e la Malisani (schierata con Cuperlo). Significa che il partito funziona, non a caso la senatrice Isabella De Monte è stata la più votata alle primarie dei parlamentari (Coppola è arrivato primo tra gli uomini, ndr)».

Non tutti però hanno apprezzato il fatto che la Serracchiani si sia “schierata” con Renzi.

«Debora sta portando avanti da anni una battaglia per il cambiamento. Era alla prima leopolda quattro anni fa e ci ha sempre messo la faccia. La sua è stata una scelta di coerenza e responsabilità. Non capisco proprio perché le critiche di Malisani e Pegorer».

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